Il Brasile è senz'altro una delle nazioni che vanta la maggiore ricchezza di biodiversità al mondo, primeggiando nella lista dei cosiddetti "paesi megadiversi". A tale abbondanza non contribuiscono soltanto gli ecosistemi più noti, come l'Amazzonia, il Pantanal del Mato Grosso, il Cerrado, gli estesi tratti superstiti di foresta, "mata", atlantica. Si pensi, ad esempio, a una delle regioni meno conosciute, ancora ignota al turismo di massa, il Roraima, a nord dell'immensa foresta pluviale del Rio, verso il Venezuela. Qui è possibile incontrare specie faunistiche uniche. Un appassionato di wild horse watching avrà modo di ammirare i cavalli Lavradeiros, razza selvatica discendente da un incrocio degli Andaluso e Gerrano, condotti quando i coloni portoghesi, circa due secoli fa, iniziarono a installarvi delle fazende: la chiusura di molte fattorie lasciò liberi gli animali che si adattarono all’ambiente del "lavrado", da cui deriva il loro nome, peculiare bioma subtropicale di savane e praterie, inclusi ampi tratti di foresta, soggetto a periodici allagamenti che rendono fertile il terreno, ricoperto di fitte distese di erbaggi. I possenti equini sanno tanto resistere ai periodi di siccità quanto divenire quasi anfibi duranti i mesi delle piogge, che trascorrono semi immersi negli acquitrini. Apposite escursioni ti porteranno sulle tracce dei loro nitriti liberi, profondi. Nel profondo della natura brasiliana.
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