Hopi, nella lingua dei nativi che hanno questo nome, discendenti diretti dei popoli ancestrali Anasazi, significa "gente pacifica". La loro nazione, estesa tra mese, canyon e deserti nel nord dell'Arizona, preserva tenacemente un'identità culturale ed etnica di certo limitata e compressa dall'arrivo degli Europei, ma rimasta inscalfita. Percorrendo la Arizona State 264 avrai modo di visitare i loro pueblo, abitati da secoli, che mantengono le caratteristiche abitative e protourbanistiche delle origini. Qui farai ingresso in un mondo mitico, organizzato secondo la forma perfetta del circolo che riveste un profondo valore simbolico nella cosmologia e nella ritualità collettiva. Moenkopi, Walpi, Sipaulovi, cittadelle arroccate su punti preminenti degli altopiani, con le case squadrate e le kivas, destinate alle riunioni politiche e religiose, disegnate su una circonferenza, quasi a rappresentare un punto di tangenza tra la terra e il divino. A colpirti di questa società tribale e matriarcale, la cui sussistenza per secoli si è basata su un'agricoltura essenziale, saranno i meravigliosi prodotti artigianali, specie quelli fittili, resi famosi nel mondo dalla scultrice di fine 800 Nampeyo, nonché le katsina, statuette di legno variopinto che rappresentano demoni e dei. E poi le acconciature femminili, gli abiti cerimoniali, sguardi e volti che sembrano alludere a una dimensione alla quale un tempo appartenemmo. Forse a un fuori dal tempo, nella nazione degli Hopi.
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