L'etimologia del nome Cile, così assonante all'italiano cielo, sembrerebbe ricollegarsi a termini araucani o quechua che indicano la profondità, il confine. Quelli propri delle Ande che terminano scoscese sull'Oceano, ma anche del migliore cielo notturno del pianeta che, grazie alla secchezza dell'atmosfera e all'altitudine elevata da cui lo si contempla, appare come un abisso senza fondo di costellazioni, galassie, sistemi solari. Tra i luoghi più indicati per tuffarsi nella voragine infinita della notte australe v'è senz'altro l'Osservatorio, detto Inter-Americano perché gestito dalla statunitense National Optical Astronomy Observatory, di Cerro Tololo, aggrappato su un crinale roccioso di 2200 d'altezza, alle porte di Atacama, non distante da La Serena. Questo centro scientifico ha detenuto, dal 1976 al 1998, il primato per il più grande telescopio dell'emisfero meridionale, il Víctor M. Blanco Telescope di 4 metri di apertura, ospitato nell'iconica cupola argentea. A questo gigante che ha segnato e continua a inanellare traguardi decisivi nella storia dell'astronomia si aggiunge, più in alto, sul Cerro Pachón, il Southern Astrophysical Research Telescope di 4,1 metri, un'altra perla del ricchissimo repertorio di strumenti ottici presente in Cile. O nell'Universo? Durante la visita starà a te stabilire dove ti troverai!
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