George Ellery Hale rappresenta, per qualsiasi appassionato di astronomia, una sorta di padre fondatore. Fu questo grande scienziato, nato a Chicago nel 1868, maestro nelle osservazioni solari, a concepire la possibilità dei telescopi ottici di grandi dimensioni che rivoluzionarono la visione dell'Universo. Il più importante è senz'altro quello intitolatogli presso l'Osservatorio del Monte Palomar di Pasadena, nell'entroterra di San Diego, da lui stesso promosso senza avere la fortuna di vederlo completato: il telescopio riflettore Hale (si, proprio quello che ha ispirato il romanzo di Italo Calvino "Palomar") è stato, con i suoi 5 metri di specchio, il più grande del mondo fino al 1976, contribuendo a scrivere pagine epocali nella storia dell'astrofisica. Basti pensare che il primo a usarlo fu nientemeno che Edwin Hubble il quale, grazie a questo potentissimo strumento, trovò ulteriore conferma alla sua legge relativa all'universo in espansione e arricchì il modello di classificazione delle galassie. Il Samuel Oschin Telescope di 1.2 metri è stato invece protagonista, tra 1948 e 1958, dell'ambizioso progetto Palomar Sky Survey, vale a dire la mappatura fotografica, mediante la potente camera Schmidt, dell'intero emisfero celeste settentrionale. Insomma, a Palomar ti troverai in una capitale della scienza che ti verrà illustrata dalle visite del California Institute of Technology. Sotto la cupola dello Hale rimarrai senza fiato. Più in là solo l'infinito.
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