Quando arriverai a Gloucester, il più antico porto d'America fondato nel 1623 dagli Inglesi su una baia di Cape Ann, avvertirai un'atmosfera in qualche modo straniante. L'orizzonte infinito, verso Oriente, l'Europa, l’Atlantico che affonda il mondo in una distanza brumosa. Locali e ristoranti dai nomi siciliani, perché qui, a iniziò 900, giunse un intero paese, Terrasini, a impiegarsi nell'industria della pesca. Se poi deciderai di leggere uno dei principali libri della poesia americana novecentesca, "The Maximus Poem", ti sentirai proiettato definitivamente in una realtà parallela, cifrata, complessa. Il suo autore, Charles Olson, tra i massimi esponenti della letteratura degli Stati Uniti, vi trasfigura proprio Gloucester, il luogo frequentato fin dalle estati infantili e dove ancora riposa, nell'elegiaco cimitero tra le basse case di legno. Il protagonista di questa opera in tre volumi ispirata ai Cantos di Pound, Maximus, è riferita a Massimo Tiro, nome che indica sia un filosofo greco del II° secolo o un mistico fenicio del IV°, ed è l'alter ego di Olson, anche per la sua statura davvero "massima", di oltre 2 metri. Lungo le spiagge ampie di Gloucester, nascosta dai vapori carichi di salsedine, rileggerai la sua trasfigurazione visionaria nello sforzo, attuato dal poeta, di salvare quell'idillio tranquillo, e la propria memoria, dalla violenza del tempo moderno. Il miracolo, te ne accorgerai, è in qualche modo riuscito.
Questo sito utilizza cookie di terze parti; se vuoi saperne di più o negare il consenso all’utilizzo dei cookie clicca qui.
Puoi anche consulate la Privacy Policy
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
PROSEGUI