Fondare una nazione significa non solo dotarla di infrastrutture e centri urbani, ma fornirle un'identità attraverso la cultura. Così fin da subito i ceti dirigenti e intellettuali degli Stati Uniti d'America iniziarono una vasta operazione di recupero e rielaborazione della tradizione storica, artistica e letteraria europea, traendovi anche le linee guida ideologiche che indirizzarono la rivendicazione d'autonomia e libertà dalla madrepatria britannica. Proprio Boston, sede del prestigioso ateneo di Harvard e fulcro della Rivoluzione del 1773 sfociata nella guerra, doveva dotarsi della più grande biblioteca della Confederazione, la Boston Public Library, fondata nel 1852 e ospitata dal 1895 nel grandioso McKim Building. Di fronte al suo prospetto con finestre ad arcate, affacciato su Copley Square, comprenderai la matrice illuminista e neoclassica che stava alla base della simbologia istituzionale degli States. L'impianto generale fu mutuato dalla Bibliothèque Sainte-Geneviève di Parigi con iniezioni tratte dalla lezione di Leon Battista Alberti. I grandiosi interni sono foggiati sul modello di una Basilica romana aperta da ariosi chiostri rinascimentali. Il mondo classico trapiantato oltreoceano, per fiorire di nuovo, ecco cosa ammirerai attraversando le sale stipate di quasi 9 milioni di volumi, molti dei quali rarissimi, che vanno da codici medievali e prime edizioni di Shakespeare fino a materiali su Sacco e Vanzetti. Uno dei cuori pulsanti degli States.
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