A volte la gloria dei condottieri rischia di oscurare il ricordo di tanti donne e uomini che hanno contribuito al raggiungimento dei loro traguardi. Così la Fortezza di Constitution Hill, a Johannesburg, è celebre per due detenuti illustri: nel 1908 vi fu rinchiuso Gandhi, attivo per l'emancipazione della minoranza indiana in Sudafrica e, nel 1956, Nelson Mandela, che in quella fase della sua azione rivoluzionaria si rifaceva proprio alla "Satyagraha", la disobbedienza civile ispirata al principio della nonviolenza. In "Lungo cammino verso la libertà" avrai letto, però, che nell'ondata di arresti indetti dal governo pro-apartheid finirono molti compagni del futuro Premio Nobel, appartenenti alle più svariate tribù, fedi politiche e religiose. Una delle pagine più toccanti dell'autobiografia descrive una grande danza zulu che i detenuti iniziarono dopo che uno di loro inscenò un poema epico tradizionale: Madiba osserva che ormai non c'erano asiatici o africani, xhosa o zuli, comunisti o liberali, ma solo patrioti legati dall'amore per una storia comune e dalla volontà di rivendicarla. Superati gli ampi muri di cinta, respirerai ancora, a Constitution Hill, un'aria di fierezza e libertà, a dispetto delle sue strutture inespugnabili. Visiterai la cella di Mandela, inclusa nel percorso di un ricco museo dotato di ristorante e bookshop, rivivendo quelle giornate di lotta. La loro immagine migliore sarà il cielo che, infinito e aperto, inonderà i recinti di filo spinato.
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