Fin da giovane Percey Harrison Fawcett, l'ufficiale britannico che, a cavallo tra 800 e 900, fu una vera celebrità mondiale per le sue esplorazioni di mondi selvaggi e ignoti, un ibrido di disciplina vittoriana e inquietudine ribelle, aveva la passione per l'avventura. Le pagine di David Grann dedicate alla sua ultima spedizione in Mato Grosso, dove scomparve nell'inferno verde amazzonico, te ne faranno scoprire la personalità in ogni dettaglio, anche negli anni passati a Celyon, l'attuale Sri Lanka. Se, come dice il titolo del libro, fu Z, il fantomatico sito archeologico di una civiltà fiorita nel cosiddetto paradiso illusorio della foresta più grande del mondo, l'obiettivo della missione finale, nell'isola dell'Oceano Indiano Fawcett si mise sulle tracce di un tesoro che, stando a una tradizione locale, si sarebbe trovato all'interno, vicino Badulla, presso la località Galla-pita-Galla, alla lettera "roccia su roccia". Spedizione in un ambiente incontaminato, remoto, e la prospettiva di possedere pietre preziose e oro in quantità: un mix irresistibile per Fawcett, che si incamminò subito verso la città che sorge tra verdeggianti terrazzamenti coltivati a tè, sotto lo sguardo di massicci dalle forme bizzarre, contorte. Ne ammirerai, di tesori, a Badulla. Anche senza bisogno di scavare. Ad esempio le spettacolari cascate Dunhinda, oppure il Muthiyangana Raja Maha Vihara, tempio eretto su un luogo visitato da Buddha in persona... e da Fawcett, qualche secolo dopo.
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