"La prigione è il luogo dove si promette a noi stessi il diritto di vivere". Questa è una delle massime, nella fattispecie di Jack Kerouac, che avevano aiutato Willie Sutton a superare gli anni di duro carcere nel penitenziario di massima sicurezza di Attica, come ci viene raccontato da J.R. Moehringer nel suo avvincente romanzo "Pieno giorno". Il detenuto, d'altronde, non era uno qualunque e, al pari di molte icone dell'epopea gangster, rappresentava un vero mito nella giovane identità americana. Il Gandhi delle rapine, autore di colpi eccezionali in cui non usava violenza, aveva trascorso il periodo in cella leggendo Pound, Dante, Shakespeare, Platone. A suo modo un eroe, romantico e antimoderno, che ti farà divorare le pagine del libro e ti metterà sulle tracce del suo protagonista. Già da quando ritorna verso Coney Island, lo storico quartiere newyorkese dove crebbe facendosi le ossa con il traffico di liquori di contrabbando controllati dai malavitosi polacchi ed era una vera leggenda vivente. Nella penisola che si allunga da Brooklyn respirerai la stessa atmosfera della Grande Mela di inizio 900, quella del proibizionismo, degli speakeasy, di inseguimenti in macchina e sparatorie. Qui il tessuto urbano è rimasto il medesimo, con le facciate in mattoncini rossi e le scale di sicurezza. I chioschetti che fronteggiano il lungomare, luogo di nascita dell'hot dog, e la ruota panoramica del Luna Park danno un estremo tocco di nostalgia. Immancabile in ogni autentico ritorno.
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