Una spiaggia caraibica, con i suoi colori puliti e luminosi che vanno dal bianco tiepido della sabbia all'azzurro accecante delle onde, sembra quanto di più lontano si possa concepire rispetto a un'atmosfera di mistero occulto, esoterico. Eppure nel romanzo di Andrea De Carlo "Yucatan" anche un tuffo nel mare di Cancún, perla rinomata della penisola che gli dà il titolo, diventa un rito iniziatico, carico di significati cifrati e sibillini al pari dell'intero intreccio del libro, trasposizione letteraria di un viaggio intrapreso dall'autore in compagnia di Federico Fellini sulle tracce dello scrittore messicano Carlos Castaneda al fine di trarre un film ispirato al mondo allucinato e ancestrale del suo universo artistico. Ti abituerai, dopo poche pagine, ai messaggi anonimi che finiscono per governare l'azione dei personaggi, Dave, alias De Carlo che fa la parte dell'assistente di Dru Resnik, alter ego del regista romagnolo, e il loro produttore Jack. Così una volta che giungono a Cancún, ricevono l'ordine di recarsi la mattina presto a fare un bagno nel mar dei Caraibi, quasi per un'antica cerimonia lustrale Maya. Se anche tu seguirai i suggerimenti criptici del romanzo, non te ne pentirai. Infatti i quasi 15 chilometri di arenile della città di Quintana Roo ti offriranno momenti di pace e riposo assoluti, oppure, a seconda dei tuoi gusti, di sport e attività fisica. Playa Las Perlas, Playa Linda, Playa Tortugas o Laguna Nichupte... a te la scelta!
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