Giunto negli Emirati, attratto dalle sirene della modernità e del benessere, l'avvocato di New York protagonista de "L'uomo di Dubai" di Joseph O'Neill, di cui il libro non cita mai il nome perché forse potrebbe essere ognuno di noi, abitanti del mondo globale contemporaneo, si adegua alle usanze della metropoli per eccellenza del XXI° secolo. Così durante i weekend inizia a recarsi con regolarità nella penisola del Musandam, un exclave dell'Oman in pieni Emirati che si allunga nello stretto di Hormuz con un profilo accidentato, inciso da fiordi e coronato da isole che le sono valse l'appellativo di Norvegia d'Arabia. In questo santuario di roccia cangiante potrai non solo, come fa il personaggio letterario, goderti le meraviglie sottomarine di quello che è un paradiso della subacquea in rapida ascesa, grazie a fondali magnifici e a una fauna ittica ricchissima. Infatti a Khasab, principale centro della penisola, riassaporerai un ritmo antico dell'esistenza, facendo ingresso in uno scrigno di memorie, profumato, orientale, che sa d'incenso. Già l'anfratto profondo in cui è celato il borgo di pietra e casupole basse, fusione di stilemi moreschi e architettura portoghese, ti darà un senso di protezione. Sarai contento, per un po', di dimenticare i grattacieli. Dai bastioni d'adobe del castello ammirerai la distesa placida e trasparente del mare, solcata da lenti dhow, che la rigano in un sogno tranquillo. Più in là l'Iran e il mistero immenso dell'Asia.
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