Acciaccati, anziani, fragili. Lei, Ella, io narrante, malata e stanca, lui, il marito John, minato nella memoria e nella sua identità. La traversata continentale lungo la Route 66 a bordo del vecchio camper "The Leisure Seeker" descritta in "In viaggio contromano" di Michael Zadoorian non ha nulla di epico, ma è un tragitto umano, l'epilogo di una vita trascorsa insieme che vuole riappropriarsi del cammino compiuto, in un ultimo scatto di forza ed orgoglio. Nonostante la difficoltà del percorso, alla fine compare il tremolio luccicante dell'Oceano Pacifico, in fondo al Pier di Santa Monica, dove termina la "madre di tutte le strade". I due ottuagenari sembrano due bambini, la loro debolezza ha qualcosa di puerile, così come il loro stupore che ti farà attraversare i grandi paesaggi americani con una delicatezza commossa, piena di stupore. Supererai, seguendo i passi incerti di Ella e John, l'arco trionfale d'ingresso che recita Santa Monica Yacht Harbor. I colori squillanti dei negozietti e delle insegne aumenteranno quel senso di nostalgia che c'è al termine di ogni viaggio, come se non avessimo trovato ciò che cercavamo, o non volessimo che continuare a cercare. Li seguirai sulla grande ruota panoramica, quella de "La Stangata" di George Roy Hill, che ti regalerà un volo di gabbiano sul Pacifico, un susseguirsi di palme, voci di turisti, luce, onde, azzurro. Si, il viaggio si è concluso, di lì c'è l'infinito.
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