Anche un museo può confondere e provocare il mal di testa. Almeno questa è la sensazione che provano i due anziani coniugi protagonisti di "In viaggio contromano", il romanzo di Michael Zadoorian che narra dell'ultima avventura di una vita trascorsa insieme, orgogliosamente ordinaria e tranquilla. Durante la fuga lungo la Route 66 a bordo del vecchio camper Leisure Seeker, intrapresa a dispetto delle cure mediche e della premura dei figli, Ella e John ripercorrono le proprie memorie e la storia di un paese, la sua epopea pionieristica, la corsa verso West e un destino più vasto. Quell'identità degli States, cresciuta e maturata on the road, che trovano nell'Oklahoma Route 66 Museum di Clinton, un'esposizione minuziosa e moderna dedicata alla "madre di tutte le strade", un autentico mito che solca mezza confederazione e che nella monotonia di queste pianure ha visto alcune delle sue pagine più significative, come il "Dust Bowl" degli anni 30, terribili tempeste di sabbia, simili a una piaga biblica, che devastarono le coltivazioni e misero in marcia migliaia di contadini disperati. Davanti all'abbondanza di reperti del museo, Ella e John finiscono per rimanere stordii: auto d'epoca, motociclette, gigantografie, targhe e insegne arrugginite, pompe di benzina, insegne al neon di motel, un furgone Volkswagen dipinto a spry. Tutto il materiale è raccolto secondo una precisa ricostruzione filologica, con corredi musicali della Big Band Era... benvenuto nell'epos di una Nazione!
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