"Viaggiamo per apprezzare casa nostra". Non si tratta della massima di qualche aforista o intellettuale, ma della riflessione spontanea che viene da fare a Ella, io narrante di "In viaggio contromano" di Michael Zadoorian, romanzo che racconta con sensibilità toccante l'ultima avventura on the road di due anziani coniugi malati, a bordo del loro epico camper Leisure Seeker. Un ultimo congedo dalla vita lungo la strada della memoria, la Route 66. Il mondo visto da due membri della classe media che hanno lavorato e abitato sempre nello stesso luogo, vicino Detroit, in un elogio del loro entusiasmo per una vacanza in compagnia degli affetti: genuino, semplice, definiamolo pure piccolo borghese se ciò vuol dire delicato e garbato. In compagnia di Ella e John vedrai l'America con occhi diversi e scoprirai che i suoi più grandi insegnamenti vengono da luoghi defilati, al limite della desolazione e dell'abbandono, dal suo profondo cuore rurale che, da Nord a Sud, da West a East, parla la medesima lingua da pionieri e contadini, pazienti sotto il cielo enorme. Ad esempio in un Coney Island in Oklahoma, dove l'hot dog di origine greca ti stuzzicherà con una variante rispetto alla ricetta tradizionale del quartiere di New York, i crauti. Anche nella bettola meno invitante ne rimarrai estasiato, e inevitabilmente farai un incontro con qualche abitante curioso per il tuo arrivo. Come l'alto anziano di colore che dice ai due coetanei, battendosi il petto, che casa è dove c'è il cuore.
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