In "Latinoamericana", i diari del suo viaggio epico in compagna dell'amico Alberto Granado e, per un certo tratto, della moto Poderosa II, Ernesto Che Guevara non riporta il curioso primato del centro portuale di Arica, all'estremo nord del Cile, a lungo in mano peruviana. Forse nemmeno lo scoprì durante la breve visita, anche se avrebbe potuto intuirlo dal clima. Infatti Arica è probabilmente la città più arida della terra con circa 0,5 millimetri di precipitazioni all'anno, e si calcola che quello più piovoso degli ultimi tempi, per la cronaca il 1986, ne vide circa 6. Non è solo questo curioso record a rendere meritevole di una puntata quello che al tempo della stesura degli appunti Che Guevara definiva un paesino dalla curiosa fisionomia di villaggio caraibico, dovuta ai palmeti, al caldo e alla frutta subtropicale, e oggi conta circa duecento mila abitanti. Il suo centro ti accoglierà con un'aria che, oltre alle caratteristiche indicate dal futuro leader, ti ricorderà certe atmosfere mediorientali, sotto la mole possente del Morro, l'alto promontorio riarso che scende sulle onde con uno strapiombo di cento metri: giunto alla spianata della sommità ti godrai un panorama magnifico sull'Oceano, vegliato da una statua del Cristo, e potrai visitare il Museo Histórico y de Arma che racconta l'utilizzo militare del presidio roccioso. Un tuffo nel Pacifico, sulla scorta di "Latinoamericana", chiuderà la tua giornata ad Arica... con un po' di sospirata acqua!
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