Uscire dal college e trovare lavoro in uno dei ristoranti più famosi di New York City, non è cosa da tutti i giorni. A meno che non si abbia studiato al CIA, non si possegga tanta voglia di sacrificio e non ci si chiami Anthony Bourdain che, nel suo libro "Kitchen Confidential", racconta dell'apprendistato al Rainbow Room, in cima al Rockefeller Center, autentica icona della Grande Mela e dell'immaginario culturale americano. La sensazione che descrive è comprensibile per un giovane pieno di ambizioni alle prese con la prima esperienza del "vero Grande Momento": l'ascensore che lo conduceva in cucina al sessantaquattresimo piano gli sembrava una pista di lancio diretta alla luna. Anche tu proverai una certa emozione nell'accingerti a questo ristorante storico, il primo ad essere aperto all'ultimo piano di un grattacielo, correva l'anno 1934, e che per parecchi decenni ha mantenuto il record di altezza tra gli esercizi della sua categoria. L'atmosfera, all'interno, ha conservato il fascino glamour della New York art déco, con una veduta spettacolare sull'intero Midtown di Manhattan che, di notte, è una selva luminosa accecante, da sogno. Mentre assaggerai le pietanza d'alta cucina ti torneranno in mente le menzioni cinematografiche, ad esempio in un film di Woody Allen, e letterarie che hanno consacrato il Rainbow Room a simbolo di una città. Un posto dove può capitare, testimone Bourdain, che senza preavviso entri un Frank Sinatra e inizi a cantare... altro che luna!
Questo sito utilizza cookie di terze parti; se vuoi saperne di più o negare il consenso all’utilizzo dei cookie clicca qui.
Puoi anche consulate la Privacy Policy
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
PROSEGUI