Quando Jack Kerouac, usando l'espressione che pone a chiusa di una nottata di baldoria per strade e locali descritta in "On the Road", dice di trovarsi circondato dalle facce stanche nell'alba chiara dell'America del Jazz, simili a fiori pallidi e vissuti, lo scenario è quello del Fillmore District di San Francisco, noto anche come l'Harlem del West data l'eccezionale vitalità del suo panorama musicale afroamericano. Le cose non sono cambiate molto dai mitici anni 40 e 50, in cui il quartiere era un crogiolo ribollente che partoriva le istanze più radicali dell'avanguardia culturale contemporanea. I giovani della Beat Generation in preda a un'eccitazione febbrile, entusiastica, dovuta non solo a sostanze stupefacenti, ma alla ricerca di un superiore contatto con l’esistenza, assistevano nei club affollati a concerti di Billie Holiday e jam session di Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Lionel Hampton, Charlie Parker, John Coltrane. Quelle notti di Frisco erano, come osserva Kerouac, la fine del continente, dei dubbi bianchi, un fiotto di vita che sgorgava in corpi esausti, abbandonati nel buio del mondo. Passeggiando per Fillmore District avvertirai distintamente questa tradizione culturale che si innova di continuo. Potrai recarti a uno degli oltre duecento show programmati all'Auditorium, o goderti un'esibizione di musica nera, dal blues al boogie, presso gli iconici "The Boom Boom Room", "Sheba Lounge" o al "1300 on Fillmore" coi suoi Gospel Brunch. Degni della vera Harlem.
Questo sito utilizza cookie di terze parti; se vuoi saperne di più o negare il consenso all’utilizzo dei cookie clicca qui.
Puoi anche consulate la Privacy Policy
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
PROSEGUI