Di centri minerari fondati durante la corsa all'oro potrai visitarne molti negli Stati Uniti e, in fondo, tutti si assomigliano. Piccoli villaggi oggi in larga parte abbandonati, dal fascino spettrale e desolato che aumenta a immaginarseli brulicanti di rudi cercatori di fortuna, clienti di saloon e bordelli. Central City, però, ha qualcosa di eccezionale. Non solo perché si trova arroccata a quasi 3000 metri d'altezza, nella sezione delle Montagne Rocciose che ricade sotto il Colorado, e fece guadagnare a questo angolo remoto e selvaggio l'appellativo di miglio quadrato più ricco del mondo, essendovi stata rinvenuta un'intera falda d'argento. E nemmeno perché i suoi abitanti, divenuti d'improvviso milionari, commissionarono un teatro dell'Opera che richiamava cantanti celebri, anche dall'Europa, e l'imponente Teller House, hotel noto per l'enigmatica pittura su legno detta Face on the Barroom Floor. Qui, infatti, Jack Kerouac visse una delle notti di bagordi più esaltanti e frenetiche di tutti i suoi viaggi descritti in "On the Road", all'epoca in cui, correva l'anno 1947, il centro ormai fantasma si stava rilanciando quale località ricettiva. Raggiunti a Denver gli amici, il giovane scrittore si recò con loro sulle Rockies per una scampagnata sotto le stelle. Nonostante l'alcool e le ragazze, la sua lucidità visionaria si spalancava su tutto l'immenso buio che dominava questo spartiacque d'America che attende anche te, con il suo incanto intatto da Golden Rush.
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