Mettiti nei panni di un venticinquenne studente del Greenwich Village di New York, animato da un'ancora vaga ambizione letteraria, che con pochi soldi in tasca e il brivido dell'ignoto si trova a vagare per gli spazi dell'America, più che un continente un sospiro immenso, l'immagine stessa del viaggio, e capirai cosa provò Jack Kerouac durante la sua notte in quello che in "On the Road" chiama il "Festival del Selvaggio West", a Cheyenne. L'epifania improvvisa di un mito, dell'epopea di un popolo, per quanto un po' irrigidita nella rievocazione folklorica di cui lo scrittore non manca di osservare però il carattere così radicato nello spirito della provincia statunitense, nel suo rude orgoglio rurale. Anche tu potrai assistere alla dieci giorni che a luglio invade di vita e allegria la capitale del Wyoming, i "Frontier Days". Risentirai l'odore di stazzi e mandrie familiare ai pionieri. La manifestazione, incentrata attorno all'evento tradizionale e simbolico del rodeo, una sorta di cerimonia dell'identità storica locale, si è articolata negli anni sino a includere, oltre ai momenti di svago coloriti e caratteristici, concerti di musica country e rock e occasioni di approfondimento culturale legate al mondo western nella sua globalità, tanto all'avanzata bianca quanto alla vicenda dei nativi. Dopo una notte di divertimento ti troverai anche tu, come Jack addormentatosi nella stazione dei bus, ad ammirare lo spettacolo fulgido delle Rocciose. Un'altra apparizione del West.
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