Prima che tu assaggi questo piatto, che magari potrebbe sembrarti niente più che una comune zuppa, devi sapere che esso ha una storia alle spalle. Un’epopea, quasi, di secoli e secoli, di uomini sottoposti al giogo di una natura inclemente, nella Maremma del passato dove, fra acquitrini infettati dalla malaria, giacigli all’addiaccio e giornate intere passate sotto il sole abbacinante, l’Acquacotta è nata. Potrebbe sembrarti che non ci sia dentro nulla di che, nessun ingrediente interessante o raffinato, eppure era tutto quello che chi inventò la zuppa, i Butteri della Maremma, avevano in tasca: olio d’oliva, sale, cicoria selvatica, sedano, fagiolini, erbe di campo come i Denti di Leone , pomodori, fagioli e qualche tipo di proteina, comprata al mercato con tanti sacrifici, come un po’ di pancetta o un uovo. Anche l’accompagnamento, un singolo pezzo di pane sciapo ormai duro, non ti sembrerà tanto inviando. Eppure imbevendo quel tozzo nella zuppa, assaporando il gusto semplice e verace dell’Acquacotta, anche se dentro non ci saranno preziosi ingredienti, tu ti sentirai appagato e felice, proprio come quegli uomini che, dopo una dura giornata a badare alle mandrie, si concedevano un piccolo piacere culinario prima di crollare addormentati.
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