Già i poeti greci indugiavano a lungo nel descrivere le scene di pesca nel Mediterraneo, mattanze cruente che tingevano di sangue il mare che, per loro, era già color del vino. Eschilo, nei "Persiani", paragona la battaglia di Salamina a una battuta di caccia in cui i corpi dilaniati dei soldati somigliano a carcasse di tonni. In Sicilia, a differenza che nei grandi oceani dove hanno preso il sopravvento tecniche di sfruttamento intensivo della fauna ittica, è sopravvissuta un'antica tradizione, quella della feluca, la leggera imbarcazione a due vele di origine araba utilizzata per catturare i pesci spada che transitano attraverso lo stretto di Messina. Non ti sarà difficile notare la loro silhouette snella, gonfiata dal vento, passeggiando sui lungomare della città isolana o di Reggio Calabria. In cima alla coffa, il baldacchino di avvistamento che incorona l'albero del naviglio, un membro della flotta si occupa di avvistare le prede che vengono poi fiocinate dall'arponiere in equilibrio sulla lunga passerella che sporge da prua. Dopo questo spaccato di storia ancora vivissima, potrai sederti comodamente al tavolo per gustarti un bel trancio di pesce spada, preparato secondo le ricette tipiche della zona. Alla "ghiotta", un sugo soffritto di cipolla, sedano, pomodoro, capperi e olive verdi, corposo e denso, oppure con una più fresca farcitura a crudo... non avrai dubbi, questo è il pesce spada più buono del mondo!
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