Milano, anche in questo, doveva primeggiare. Nonostante secoli di arte sacra cristiana avessero prodotto centinaia di raffigurazioni pittoriche dell'Ultima Cena, col momento cruciale dell'Eucarestia, la più famosa fu realizzata alla corte degli Sforza, uno dei massimi centri politici e culturali del Rinascimento, che ospitava artisti e intellettuali celebri in tutta Europa. Tanto per capirci, erano appena terminati i lavori di sistemazione e ampliamento della Basilica dominicana di Santa Maria delle Grazie sotto la direzione di Donato Bramante che un altro gigante dell'epoca fu incaricato di decorare il Refettorio. Se il tema evangelico era scontato dato l'ambiente conventuale, non lo era colui che doveva raffigurarlo, niente meno che Leonardo da Vinci, artefice, sempre a Milano, del magnifico sistema idraulico - infrastrutturale dei Navigli. Qualsiasi giro di parole sarebbe inadeguato per descrivere la tempera murale del Cenacolo vinciano, quel concerto arioso di figure, sinfonico e maestoso, inquadrato nella prospettiva della sala che dà fuga ai gruppi di personaggi che scandiscono l'insieme in una grazia immobile ma pervasa di vita. Di fronte al delicato capolavoro, dichiarato Patrimonio Unesco insieme a tutto lo splendido complesso architettonico, proverai a scorgervi le invisibili strutture geometriche e gli accostamenti di Apostoli in cui sono stati visti significati esoterici, come nel noto libro di Dan Brown. Su tutto aleggerà il mistero irresistibile del Bello.
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