Nel 1992, appena dieci anni dopo la sua apertura, niente meno che Hollywood fece ingresso in quella piccola vetrina sormontata da un tendone azzurro, da cui si intravede un locale intimo e raccolte, dalle tinte calde. Il film si chiama "The Thing Called Love" e racconta di una giovane ragazza che, come tutti i suoi coetanei presi dal sogno di sfondare nella loro musica preferita, il country, decide di recarsi a Nashville e in particolare al mitico Bluebird Café, il club dove sono nati moltissimi talenti, spesso entrando dalla porta di servizio, e brani epocali. Nella Music City per antonomasia questo delizioso spazio, dove ci si trova seduti a un passo dai musicisti che ne occupano la parte centrale, il cosiddetto "round", come in un risto teatro nel quale si fa parte integrante della scena, è un'icona irrinunciabile. Il programma di concerti e serate è sempre nutritissimo e all'altezza della fama. Qui sono passati, e continuano ad eleggerlo a venue di prim'ordine per le loro esibizioni, autentici giganti del genere. Nomi del calibro di Don Schlitz, vincitore di due Grammy, la splendida Pam Tillis, solo per citarne alcuni. Ma ciò che più conta è che qui nascono anche artisti. Durante un'audizione nel 1987 giunse un timido venticinquenne Garth Brooks, che avrebbe venduto nella carriera successiva oltre 135 milioni di album nei soli States! Pronto a respirare aria di country? Lo avrai davanti in carne ed ossa, a pochi centimetri dal tuo piatto e dal tuo boccale!
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