Popayán è bianca. A differenza di molte altre città coloniali di origine spagnola, tutte un'esplosione di colori squillanti e vivaci, nel centro colombiano della Valle del Cauca domina una tinta nivea, nitida, barocca e spirituale. In primis l'edificio religioso più rappresentativo di una città che sembra un rosario di luoghi di culto, la Basílica della Nuestra Señora de la Asunción, un magnifico complesso architettonico risalente al 600 dalla evidente ispirazione borrominiana, un barocco venato di elementi classici. Così tutti gli splendidi templi storici hanno questo candore albino e pulito, la cappella di Belen, la chiesa di San Francesco, la Cattedrale. Ci hanno pensato però gli abitanti a ravvivare Popayán con note variopinte e chiassose. Infatti la loro radicata devozione cattolica ha espresso, nel corso dei secoli, una nutrita serie di manifestazioni religiosi e cultuali che si sono mantenute intatte, senza nessun cambiamento in una tradizione che appare immutabile. Soprattutto durante la Settimana Santa si concentrano processioni e rappresentazioni sacre che per il loro valore artistico, rappresentativo di un'identità storica autentica e tenace, sono state dichiarate patrimonio immateriale dell'Umanità dall'Unesco. Certo, il momento è solenne e di dolente raccoglimento intorno alla morte del Signore, ma l'attesa della Resurrezione monta come un'onda carsica di allegria e speranza, schiettamente sudamericane. Colori sul bianco divino di Popayán!
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