Chi di noi non è rimasto affascinato dalle gesta epiche del grande Francisco de Orellana, il conquistador spagnolo che dopo aver partecipato alla sottomissione dell'impero Inca si mise in cerca intorno al 1541 della favolosa El Dorado e, perseguendo questo suo obiettivo, fu il primo europeo ad esplorare l’Amazzonia e ad imbarcarsi sul Rio che, quando non richiamava ancora il nome delle leggendarie cavallerizze, era a lui intitolato? Egli lo avrebbe navigato interamente sino alla foce, altro primato che gli spetta. Certo, nel mezzo il percorso fu avventuroso, ricco di insidie, scoperte, contrattempi. Il tratto iniziale del Cammino di Orellana si dipana alle porte di Quito, nei pressi di una delle chiese più appartate e graziose della capitale ecuadoregna. Probabilmente l'uomo d'armi spagnolo vi si fermò per una pausa di meditazione e raccoglimento: infatti sebbene il complesso cultuale, nelle sue forme attuali, risalga a fine 600, nella zona defilata e rivolta alla valle era già presente da tempo una comunità eremitica. L'aria di serenità e devota quiete che respirerai è la stessa di qualche secolo fa. Certo, all'epoca non c'erano i palazzi svettanti sui colli retrostanti, ma ciò non farà che creare un contrasto dall'allegria di città chiassosa e meridionale, appena una eco di sottofondo quando, varcata la bella facciata di un neoclassico settecentesco del tempio, ammirerai i suoi tesori d'arte sacra. Rifocillati di pace, il cammino riprenderà presto.
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