Se il grande Voltaire, intellettuale non di certo tenero verso molti aspetti della religiosità cristiana e cattolica in particolare, era arrivato a definire “trionfi dell’umanità” le missioni note come reduciones fondate dai Gesuiti nella regione popolata dai Guaranì, allora in esse va ravvisato quanto di più distante ci si possa immaginare dallo spirito di razzia e conquista proprio dei conquistadores, alle cui incursioni predatorie anzi i confratelli si opponevano, dando protezione ed educazione agli autoctoni. Alle spalle c’era il progetto di fondare comunità sociali di stampo rurale che dessero luogo a forme di convivenza e collaborazione umana nuove e alternative, una palingenesi nel Nuovo Mondo dei valori cristiani che qui avrebbero trovato la loro Terra Promessa esente dai vizi e dalla corruzioni della civiltà occidentale. Ti renderai conto di quanto questo intento avesse iniziato a prendere sostanza ammirando le magnifiche rovine barocche delle riduzioni, presenti anche nella zona dell’Argentina confinante con Brasile e Paraguay. San Ignacio Minì, Santa Ana, Loreto, scenografiche quinte di chiese, edifici amministrativi, magazzini agricoli, ruderi quasi perfetti nel loro aspetto divelto invaso da squarci di cielo e di prati e che fanno ancora intravedere un ordine preciso nel quale trovarono posto, a patto di evangelizzarsi ma non in posizione subordinata, semmai attiva e paritaria, decine di migliaia di indigeni guaranì, grati ai religiosi venuti da lontano.
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