C'è un termine coniato dalla sociologia anglofona, "gentrification", che indica i fenomeni di rivalutazione urbanistica che avvengono quando in un quartiere un po' degradato e in declino sopravviene un gruppo benestante, con ricadute non solo sulla sua riqualificazione edilizia, ma anche sul suo tessuto culturale. Quanto più una città è dinamica, tanto più questi processi risultano frequenti e accelerati. Quando entrerai nel dedalo vociante di Mission District, la zona dove nacque la San Francisco coloniale, ti immergerai in un autentico laboratorio a cielo aperto da cui potrai osservare in modo autoptico l'articolarsi di tali meccanismi. Sarà che il quartiere, protetto dalle Twean Peaks, è esente tutto l'anno dalla nebbia oceanica che talora si spande in altre aree cittadine, fatto sta che le viuzze ricche di murales, multietniche e permeate di una limpida allegria latina sono un melting pot di stili, tendenze, avanguardie. In particolare gli hipster hanno eletto l'arteria di Valencias a loro patria. A Frisco, d'altronde, costituiscono una vecchia conoscenza, legata alla fulgida stagione beat e jazz che la metropoli capolinea d'America visse tra anni 30 e 40, quando qui arrivavano torme di giovani che nel proprio sradicamento anticonformista cercavano la via per una vita più autentica. Non erano solo dei vuoti contestatori, ma grandi personalità, un Kerouac, un Ferlinghetti, un Ginsberg, uomini bianchi delusi dalla società. Chi incontrerai tra i nuovi hipster di Mission?
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