Se ami la letteratura beat sarai abituato a sobborghi metropolitani, a strade buie di periferia dove giovani artisti in cerca di certezze si avventurano in paradisi artificiali e in perenni fughe on the road. E' difficile immaginarseli di fronte al mare, nel ritiro della natura, lontani dai clamori di locali pieni di fumo e jazz. Eppure c'è un tratto della costa californiana, dove i monti Santa Lucia calano a picco sulla onde che quasi lambiscono la sinuosa Pacific Coast Highway, vera mecca nell'immaginario beat: Big Sur è un luogo selvaggio, un litorale roccioso dove la sequoia incontra la macchia mediterranea, divenuto meta di elezione per quegli artisti in cerca di evasione dall'inferno cittadino. Una visita ti permetterà, oltre che apprezzare una zona di per sé eccezionale da un punto di vista naturalistico, di scoprire scorci, dirupi e spiagge che sono state fonti di ispirazione. Jack Kerouac soggiornò in un capanno di legno, ancora visibile, sotto un ponte stradale in un canyon sfociante nel mare: il romanzo "Big Sur" racconta i giorni passati in quello che allo scrittore non sembra il paradiso spesso decantato, ma un inferno in cui i roccioni umidi e la risacca del mare incutono timore. Henry Miller qui invece ritrovò un nido in cui ripararsi dai meccanismi della società industriale, come testimonia il libro "Big Sur e le Arance di Hieronimys Bosh", legame perpetuato dal centro studi che sorge proprio lungo la strada litoranea. Chissà che Big Sur non ispiri anche te!
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