Dai meravigliosi siti che il popolo Inca ci ha lasciato abbarbicati sui costoni impervi e panoramici della Cordigliera andina, giungono echi e testimonianze di riti religiosi e propiziatori spaventosi che, pur urtando senz'altro la nostra sensibilità, ci offrono uno spaccato eccezionale su credenze e pratiche indispensabili per ricostruire le più remote tradizioni culturali delle comunità precolombiane. Quello sicuramente più cruento era il cosiddetto "capacocha", il sacrificio dei bambini che avveniva in zone d'alta montagna per ingraziarsi le divinità in congiunture critiche, quali carestie o crisi politiche. Oltre alle dettagliate informazioni pervenuteci sull'organizzazione di queste tremende offerte votive, che prevedevano un pellegrinaggio nel centro cultuale di Cuzco ed estenuanti marce tra i picchi, ci sono giunti anche i resti dei fanciulli, solitamente di estrazione nobiliare, che millenni fa andarono incontro a questa sorte vista, dai loro stessi famigliari, come prestigiosa e fondamentale. Sul vulcano del Llullaillaco, a quasi 7000 metri d'altezza, sono state ritrovate le salme liofilizzate di 3 bambini immolati, pressoché intatte, tra cui la famosa "Doncella", una bimba di 15 anni forse appartenente a una congrega sacerdotale di vergini. Anche loro furono storditi con la "chica", bevanda alcoolica, prima della fine. Al Museo di Alta Montagna potrai osservare questi reperti archeologici così vivi, d'una vita sottratta al tempo. Sarà una visione sconcertante.
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