Se il Brasile è per noi, eccetto il passato indigeno, fondamentalmente Portogallo, non sono mancati tentativi effettuati da parte di altre potenze europee di penetrare nell'immenso territorio del paese, allora pressoché vergine. Non solo gli Olandesi insidiarono talora con successo il primato lusitano, ma anche i Francesi operarono seppure effimere fondazioni coloniali. Probabilmente avvicinandoti a São Luís avvertirai già nel toponimo un'influenza transalpina, che ti rimanderà alle breve esperienza della Francia Equinoziale, insediata nel 1613 e nel giro di due anni scalzata dai Portoghesi che provvidero a tradurre nella propria lingua il nome dell'allora ridotto centro abitato lì presente. Da allora, con il forte impulso dei commerci di cacao, zucchero e tabacco, la vecchia Saint Louis ebbe una grande espansione urbana secondo gli stilemi architettonici in voga sotto la corona di Lisbona. Il centro storico non è affatto cambiato, e ti aspetta col suo fascino coloniale, imbevuto di quella saudage da stradina che termina in una prospettiva oceanica, infinita e straziante. Camminare tra le sue vie sarà come ritrovarsi in un sogno fresco color cobalto, rivestito anch'esso delle lucide piastrelle maiolicate dette "azulejos" che fanno dell'abitato una sorta di grande ed intricata sala da bagni, accogliente e intima, tra edifici bassi, piazzette raccolte e chiese che s'ergono con facciate ampie. Ti perderai in questo miraggio di ceramica e nell'anima del Brasile!
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