Che legame può sussistere tra il grande Rinascimento italiano e Tulsa, città dallo stile Art Deco sita in una zona dell'Oklahoma che, allorché i Medici, i Gonzaga e gli Estensi nutrivano schiere di artisti alle loro corti, era solo praterie e nativi nomadi? A volte la storia è fatta di legami sottili e casuali. Torniamo indietro nel tempo. Nei decenni di inizio 900 Tulsa era uno dei maggiori centri petroliferi statunitensi, come testimoniato dal pregevole impianto urbano risalente a quel periodo e da cui è ancora oggi caratterizzata. Un pioniere dell'oro nero, tale Waite Phillips, appassionato insieme alla moglie di arte e cultura europee, commissionò una sontuosa residenza in perfetto stile rinascimentale, circondata da magnifici giardini all'italiana ispirati a quelli di una villa fuori Roma, un immenso parco ricco di siepi, rare varietà arboree, fontane e laghetti. Palazzo Phillbrook, completato nel 1927, venne donato pochi anni dopo alla comunità per installarvi un polo culturale, il cui embrione iniziale consisteva in una raccolta privata degli ex proprietari che andò progressivamente allargandosi coprendo stili, periodi storici e aree geografiche distanti: da Gentile di Fabriano a Picasso, passando per l'arte tribale africana e nativa e quella bianca nata e sviluppatasi negli Stati Uniti. Ti perderai in questo museo e nella location incantevole che lo ospita... una pausa quasi straniante, ma carica di fascino, durante il tuo viaggio nel Nuovo Continente!
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