Ci sono esistenze di individui nelle quali sono concentrate le tensioni e i movimenti di un'intera epoca storica. Si tratta solitamente di quegli uomini il cui destino è poi quello di incarnare, nella loro opere, lo spirito dei tempi che vivono, anticipando spesso anche sviluppi successivi e futuri. Nella ricchissima tradizione culturale statunitense del 900 tale sorte è toccata a colui che è il grande padre del folk revival, il paradigma del cantore impegnato e di protesta, che narra con voce, chitarra e armonica l'emarginazione e i sogni, l'amore e la disperazione, pescando alla tradizione musicale popolare e elevandola a espressione poetica e artistica. Senza Woodie Guthrie la musica americana non sarebbe stata la stessa, non si potrebbero concepire autori come Dylan, che da ragazzo andò a trovarlo in ospedale. Nato nel 1912 a Okemah, Oklahoma, villaggio sorto dal nulla per ragioni petrolifere e ripiombato nel nulla dopo l'esaurimento dei pozzi, Guthrie impersonò gli anni intensi di un paese soffocato dal Dust Bowl, piegato dalla grande depressione, sconvolto dalla guerra e da uno sviluppo forsennato, quella "terra che è la tua terra", come recita la sua più nota canzone. A Tulsa, poco distante dalla sua località nativa, un centro interamente dedicato a Guthrie, un accattivante museo interattivo, ti farà entrare nel mondo di questo poeta militante, sempre dalla parte dei diritti di chi è ai margini... e sognare sulle note della sua musica dolce di sorridente nostalgia!
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