Pizze a ripetizione, una dopo l’altra, belle come quelle napoletane, ma con una identità tutta loro, argentina, da non sottovalutare. Alte e gustose, soffici e colorate. Fuori la città si mette in coda ad aspettare per ottenere un posto, così farai tu se vorrai rispettare un rituale che dura da decenni. Con i gomiti appoggiati, il cerchio perfetto della pizza, e la pinta di birra: sul tuo piccolo tavolino non c’è spazio per altro e nessuno saprebbe che cos'altro chiedere. Ma, quando arriva, ti domanderai come fare per mangiarla. Scotta, è appena uscita dal forno. Sarà questo il momento giusto per dare un’occhiata, per alzare la testa dal piatto fumante e incontrare gli sguardi degli altri fortunati. Tutti staranno per assaporare il gusto che nessun’altra pizzeria di Buenos Aires ha saputo imitare durante questi ultimi ottanta anni. Dietro di loro, alle pareti, altri volti ti guardano, altri attimi di gioia sono stati immortalati nelle fotografie che decorano questi muri: campioni dell’eterno gioco del pallone, tifosi, appassionati di ogni età, esattamente come te. Perché questo è stato il ruolo storico di El Cuartito: far accomodare a tavola gli artisti dello sport e chi li ha amati, rifocillare chi veniva dalle fatiche del campo e da quelle della curva. Avversari, amici, affamati.
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