Ognuno di noi ha impresse negli occhi le immagini spaventose dell'attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York. Dopo l'11 settembre la storia, e i nostri destini individuali, sono cambiati. Le parole risultano ridondati, sfacciatamente consolatorie, di fronte allo sconcerto, al dolore, all'angoscia, al loro urlo selvaggio, senza forma, che sta prima di ogni linguaggio. Quando verrai a New York difficilmente riuscirai a tenerti lontano da Ground Zero, ferita non rimarginabile. Il cratere lasciato dal crollo dei grattacieli è una voragine che nessun riporto potrà mai colmare. Qui potrai visitare il Memoriale di quel giorno infausto. Non ci sono statue o installazioni monumentali. Solo la sottrazione, lo svuotamento, massima testimonianza di rispetto. Le fondamenta delle torri sono ora occupate da una grande fontana. L'acqua che scende nel baratro sciacqua e pulisce il grande trauma, di continuo, senza poterlo né volerlo estinguere. Disseta i nomi dei caduti - nudissimi nomi incisi nel metallo - posando sulle loro labbra rimaste aperte, per sempre, nell'ultimo stupore, il sale della terra e le lacrime del cielo. Che qui si riuniscono, nel getto silenzioso. Rimarrai assorto di fronte alla tragedia e alla follia, che non conosce ragioni e non merita risposte. Lo schianto vibra ancora nell'aria, ne è il sottofondo assordante. Il Museo ti fornirà la cronaca di quei drammatici eventi, le loro implicazioni epocali. Non dimenticherai mai il buco nero della Grande Mela.
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