Certi interventi all'interno del tessuto urbano di una città sono spesso accompagnati da critiche e polemiche. Si tratta specialmente di quelli che presentano un'identità precisa, distinta dall'anonimato di ciò che li circonda, legata al genio del loro progettista. Gli stessi che, dopo un po', entrano di diritto nell'immaginario simbolico della città, nel suo skyline, superando ogni divisione o obiezione, per diventare qualcosa a cui si è così abituati da provare un affetto pressoché familiare. Questo è sicuramente il caso del Transamerica Pyramid di San Francisco, eretto nel 1972 su disegno dell'architetto William Pereira. I motivi di dissenso erano molti. Infatti l'edificio non avrebbe solo rappresentato, con i suoi 260 metri d'altezza, record tuttora rimasto imbattuto, il più alto dell'intera città. La sua forma bizzarra, un grattacielo - piramide, una sorte di Tour Eiffel in cemento armato e vetro, era troppo dirompente e provocatoria per convincere tutti, così eccentrica e unica rispetto alle villette vittoriane raccolte come un gregge sui colli prospicienti la baia. Oggi, invece, pensare a San Francisco senza il suo profilo appuntito e maestoso sarebbe come pensare a un volto senza il suo lineamento somatico più inconfondibile. Il palazzo è occupato da uffici, quindi non potrai salire ai piani alti: anche visto dal basso ti saprà incantare col suo sviluppo imponente, ancora oggi capace di fare tendenza e moda. Eccoti nell'America sempreverde, che non invecchia mai!
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