Avrà portato fortuna il fatto che quando venne aperta nel lontano 1860 il fondatore decise di darle il nome del dio olimpico Apollo, patrono delle Muse dal dolce canto: fatto sta che questa sala da ballo di Harlem divenne, con un po' di ritardo, durante gli anni 30 del Novecento, un vero e proprio tempio della musica afroamericana, specie blues e swing. Sul palco della piccola sala, che ancora oggi si presenta con la sua aria retrò e fascinosa, hanno mosso i propri primi passi delle future reginette della scena artistica statunitense, quali Billie Holiday, Ella Fritzgerald, Sarah Vaughan, destinate a divenire autentiche icone della moderna cultura di massa. L'Apollo è stato espressione di quel movimento di pensiero e impegno civile noto come "Harlem Renaissance", mediante cui la popolazione nera del quartiere newyorkese intendeva acquisire un'emancipazione e di indipendenza rispetto alla opprimente comunità bianca. Sarà dunque con emozione e coinvolgimento che varcherai la soglia di questo edificio che nasconde interni in stile neoclassico. Tra i loggioni e gli stucchi riavvertirai i fiati sfrenati dell'orchestra di Duke Ellington, la voce carnale e abissale di Aretha Franklin, l'appeal agrodolce di Stewie Wonder, il funk travolgente e caldo di James Brown, che qui registrò due live capolavoro. Seduto ti godrai un concerto che ti farà sobbalzare spesso dalla poltrona. La musica nera non è finita, e la sua energia ti rimarrà dentro, come un battito inestinguibile!
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