Era una sera fredda di un dicembre del 1980, quando sotto un portone di un palazzo elegante della 72° strada, di fronte al Central Park di Manhattan, cinque colpi di pistola sparati da un folle stroncarono una vita e una leggenda. John Lennon cadeva mentre rincasava, per quanto a lui siano sopravvissute le sue canzoni, le sue parole, il suo messaggio di speranza verso un mondo più giusto, finalmente consapevole della propria miracolosa bellezza. Quando passeggerai ai bordi del grande parco a un certo punto vedrai un edificio dall'imponente prospetto neogotico, con i tetti a cuspide, abbaini e balaustre decorate. Qui prima non c'era nulla, e per questo il palazzo, considerato il primo condominio residenziale e non popolare di New York, venne chiamato Dakota, in modo da richiamare l'idea di un luogo sterminato e deserto. Nel palazzo viveva proprio John Lennon che probabilmente, durante lunghe veglie notturne, vi compose alcuni dei suoi capolavori. Sarà un pellegrinaggio in nome della pace e dell'arte recarti sotto il suo prospetto sobrio e maestoso, dietro le cui mura ebbero la propria residenza altri due grandi della musica, Rudolf Nureyev e Leonard Bernstein. Ti raccoglierai un attimo in quel luogo che dimostra come l'amore e la passione vincano sempre sull'odio e l'indifferenza. Pochi passi e sarai dentro Central Park, di fronte al Strawberry Fields Memorial, dove lascerai il tuo fiore, e sicuramente un po' della tua anima, per tornare ancora a "immaginare".
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