Quante volte vorremmo fuggire da tutto - impegni quotidiani, doveri sociali, lavoro e famiglia - e perderci nella natura selvaggia, faccia a faccia con le sfide elementari che fronteggiarono i nostri antenati, per ritrovare noi stessi al di là delle convenzioni civili? C'è chi questa scelta coraggiosa e un po' incosciente l'ha fatta davvero, com'è stato raccontato poi nel libro "Into the Wild" di Jon Krakauer e nell'omonima trasposizione cinematografica curata da Sean Penn: il giovane Crhistopher, brillante neolaureato, dopo aver vagato a lungo si spinge sino in Alaska, dove intraprende un'avventura ai limiti dell'umano che, purtroppo, pagherà con la vita. Se verrai tra queste regioni sconfinate e grandiose riconoscerai sicuramente molti luoghi ripresi nel film, concentrati in prevalenza nella zona del Denali National Park: qui proverai, come il protagonista, la sensazione di un incontro inedito, guardando per la prima volta la natura nelle sue sembianze vergini, splendide e temibili, troppo enormi rispetto alle nostre mediocri misure. Anche tu avvertirai quella gioia interiore che Chris comunicava a chiunque incontrasse per strada, nel suo vangelo di libertà e rinascita, possibili solo a contatto con il soffio vitale proveniente da monti, boschi, fiumi. I tuoi passi seguiranno le orme di quella vita avventurosa che pervenne ed estrema, che pervenne col sacrificio alla pace interiore e alla serenità. Sensazioni eterne che, anche tornato in città, ti rimarranno nel cuore.
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