Pochi luoghi sono capaci, come la Statua di Libertà, di simboleggiare non solo lo spirito di una città, New York, e di un popolo, quello americano, ma anche di costituire un'icona che sintetizza la cultura moderna nella sua globalità. L'imponente scultura metallica sembra non avvertire la propria veneranda età, e dal 1886 continua ad ergersi maestosa sulla baia dell'Hudson, impugnando la fiaccola dorata che manda il bagliore della libertà su tutti i mari, per rischiarare l'umanità intera. Forse penserai che, durante la tua vacanza nella Grande Mela, una visita a questo monumento sia qualcosa di tutto sommato scontato, proprio perché obbligata: eppure, se vorrai rendere ricca di suggestioni un'escursione altrimenti routinaria e banale, non ti resta che fare un gesto semplicissimo, cioè cambiare il tuo sguardo. In che senso? Provando ad ammirare la celebre opera da un punto di vista differente. Non ci sarà bisogno di chissà quali sforzi della fantasia, ma ti basterà leggere le parole incise sulla stele di bronzo del piedistallo. "The New Colossus", un sonetto di Emma Lazzarus: lungi da esaltazioni trionfalistica, qui la statua è osservata con gli occhi, pieni di incognite e dubbi, dei migranti che giungevano prostrati dalle traversate atlantiche. Come d'incanto sarai di fronte alla "Mother of Exiles", la madre degli esiliati che dava rifugio ai reietti e ai fuggitivi delle coste un tempo gloriose: anche tu proverai, per la prima volta, cosa voleva dire trovare l'America!
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